Consorzi Bonifica Ferrara


Libri delle divisioni

Il Polesine di Ferrara1 nella seconda metà del sec. XVI fu interessato da imponenti opere di bonifica idraulica che portarono al prosciugamento di circa 32.500 ettari di terreno.

A bonifica idraulica ultima i terreni, come previsto nel capitolato della bonificazione, furono divisi a metà tra bonificatori e proprietari2 , compresi gli enti ecclesiastici. La divisione riguardava esclusivamente i terreni compresi nel perimetro della bonifica e descritti in un perduto Libro del circondario 3, compilato precedentemente all’avvio delle operazioni di bonifica idraulica.

Le capitolazioni prevedevano che si procedesse alla divisione a metà tra proprietari e bonificatori e che i terreni venissero consegnati agli interessati quando fosse stata riconosciuta l’efficacia delle opere eseguite, attestata dal collaudo di un ingegnere idraulico. La divisione dei terreni bonificati avveniva alla presenza di un perito agrimensore, in rappresentanza dei proprietari, e di un perito in rappresentanza degli interessi dei bonificatori; era anche presente un terzo perito, nominato dal duca di Ferrara, con il compito di derimere le controversie insorgenti tra i periti di parte. Di ogni divisione veniva redatto un verbale e tracciato un disegno raffigurante la particella di terreno sottoposta a divisione. Le terre libere, le terre non comprese nel perduto Libro del circondario, erano segnalate con una linea rossa. Qualora il proprietario avesse voluto riscattare la quota spettante ai bonificatori la parte “di recupero” veniva segnalata in mappa.

Le divisioni presero avvio nel 1570 e terminarono nel 1589. Le registrazioni delle divisioni diedero origine ai Libri delle divisioni, giunti a noi con la denominazione impropria di Libro del Estimo per una erronea unione del I Libro delle divisioni ad un frammento del Libro del estimo di epoca più tarda. Di ogni particella da dividere venivano indicati cognome e nome del proprietario, confini e qualità del terreno, superficie espressa in moggia e stara e, in caso di riscatto di parte del terreno da cedere, la segnalazione del deposito presso il banco Zaninelli.


A titolo esemplificativo si trascrive la partita descritta a carta 18 del I Libro delle divisioni.

Numero 38

Seguita tra il conduto Bentivoglio et conduto Alfonso
Heredi del conte Nicolò Tassone

Al Nome de Dio 1570 adi 21 genaro

Item contiguo prato boschivo et valivo degli signori Tassoni andando sino alla confina de ser Beneto Fegio, da un capo il condutto Alfonso, dal altro il conduto Bentivoglio medianti il Reverendissimo Chardinal a misurato per noi del miglior modo che se a potuto sono pertiche 3.706 che sono stara 55 e quarte 2, dell qual se ne fato due parte. La prima di sopra a confina degli Buonamighi che è terreno prativo et alquanto boschivo et valivo et gli è […..] stara 30 et alla seconda parte de sotto a confin detto Fegio stara 25 uno terreno prativo et boschivo con pocha valle del qual per sorte è tocato alli Signori Bonificatori la parte de sotto a confina de Fegio de stara 25 a la qual agionto la portion del signor Pigna che è pertiche 16 e piedi 5 che per una sono la parte secunda degli Signori Bonificatori sono pertiche 1.672 che sono stara 25 e qarte 1.

Moggia 1, stara 5, quarte 1

Et la prima parte tochata alli soprascritti Signori Tassoni sono pertiche 1.984

Moggia 1, stara 9, quarte 3

Bibliografia

F. CAZZOLA, La bonifica del Polesine di Ferrara dall’età estense al 1885, in La Grande Impresa degli Estensi, Ferrara 1987


1 Per Polesine di Ferrara si intende il territorio delimitato ad ovest dall’argine destro del Panaro, a nord dall’argine destro del Po grande e poi Po di Goro, ad est dal mare Adriatico e a sud dall’argine sinistro del Po di Volano.

2 Il capitolato di bonifica sottoscritto da Isidoro del Portello nel 1564 ricalcava un modello sperimentato per la bonifica dei terreni nella Repubblica di Venezia: il bonificatore si impegnava ad eseguire a sue spese le opere di prosciugamento e chiedeva in cambio la metà dei terreni bonificati, che i proprietari erano tenuti a consegnare appena liberati dalle acque e risultavano coltivabili. Ciò non solo per i terreni insufficientemente scolati o allagati per gran parte dell’anno, ma anche per le valli da pesca o da canna. I proprietari potevano riscattare la metà spettante al bonificatore al prezzo convenzionale di 10 scudi d’oro. Per il quindicennio successivo alle operazioni di prosciugamento dei terreni il bonificatore si impegnava alle manutenzione dei collettori, in cambio dell’esenzione dalle imposte e del diritto di potere esportare i raccolti ottenuti dai terreni bonificati. La gravosità finanziaria e tecnica dell’opera portò alla decadenza di Isidoro del Portello dalla concessione e al subentro dei nobili veneziani Giorgio e Tommaso Contarini del Zaffo, del marchese Cornelio Bentivoglio, di banchieri lucchesi rappresentati da Ludovico e Paolo Seminiati, oltre che del duca di Ferrara Alfonso II.

3 Il Libro del Circondario , che descriveva i confini del territorio da sottoporre a bonificazione, fu compilato, tra il 25 aprile 1566 e il 30 giugno 1567, da Giovanni Antonio Parenti, tecnico del Duca di Ferrara, da don Pietro della Lena, tecnico dei banchieri lucchesi, e da Massimo Massimi e Antonio Maria Guerra, tecnici dei veneziani.

Il presente archivio è conservato presso il Consorzio di Bonifica Primo Circondario Polesine di Ferrara

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